In Italia sono ancora numerosi i dibattiti riguardanti l’eolico. In Europa esiste un paese in cui lo stesso rappresenta la spina dorsale energetica dello Stato
Il cambiamento delle condizioni, attualmente tragiche, in cui versa il nostro pianeta passa soprattutto dai differenti modelli di produzione energetica che possono essere adottati. In questo senso, in aiuto dell’uomo subentrano le fonti di energia rinnovabili. Ma di cosa si tratta?
Parliamo di fonti energetiche illimitate ed inesauribili, che garantiscono il corretto apporto di energia senza sfruttare i tradizionali combustibili fossili, alla base delle più serie problematiche che attanagliano il pianeta Terra. Tra i benefici di queste fonti vi sono, come il nome stesso ci suggerisce, il fatto che siano rinnovabili, dunque non si renda necessario un processo di ricerca ed estrazione per poterle lavorare, limitando anche i costi.
In Italia oltre un terzo dell’energia che viene complessivamente prodotta risulta provenire da fonti ‘green’ ed inesauribili, ma secondo quanto emerso da un report condotto dall’ACEPER (Associazione dei Consumatori e Produttori di Energie Rinnovabili), il nostro paese si piazzerebbe decisamente lontano rispetto alle eccellenze europee per produttività, ossia Norvegia, Svezia e Danimarca.
Le fonti principalmente diffuse ed utilizzate, entrando nel merito, sono quattro. Al primo posto troviamo indubbiamente l’energia idroelettrica, capace di sfruttare l’energia prodotta dai corsi d’acqua, segue l’energia solare, che si basa sull’utilizzo di pannelli fotovoltaici per la cattura dei raggi che verranno poi trasformati in energia. A ritagliarsi il suo spazio è anche l’energia geotermica, prodotta da geyser e sorgenti d’acqua bollente che provengono dall’interno della Terra, ma il settore che più di ogni altro si sta ritagliando un ruolo prioritario è rappresentato dall’energia eolica, prodotta dai venti per mezzo delle pale e delle turbine.
Ed è proprio l’energia eolica a rappresentare un’opzione sempre maggiormente indicabile per favorire la tanto auspicata transizione ecologica. Ancor più dei parchi installati sulla terraferma, spesso nel mirino delle critiche a causa dell’impatto che generano sull’ambiente circostante o sull’assenza di spazi a sufficienza per il loro posizionamento, a ricoprire un ruolo prioritario nell’ambito delle fonti rinnovabili sono i parchi eolici offshore, ossia quelli posizionati in mare. I vantaggi di questa scelta sono molteplici, a partire dal vento costante, che nei pressi delle zone d’acqua non manca mai, che può essere sfruttato inesauribilmente per produrre energia pulita in continuazione.
In tal senso, il Regno Unito non è rimasto di certo a guardare, svelando la volontà di compiere un decisivo passo avanti nell’ambito della produzione energetica sostenibile, ponendo un altro tassello atto a raggiungere la totale decarbonizzazione dello stato. Nel corso di un’asta che si concentrava proprio sugli impianti eolici, ben 5,3 GW dei 6,3 offerti sono stati indirizzati proprio ai parchi dislocati a largo delle coste britanniche. Questa decisa posizione rimarca la volontà dei britannici di sfruttare a pieno il potenziale garantito dall’eolico, con l’obiettivo sul medio termine di elevare questa possibilità produttiva a primaria fonte di energia rinnovabile dello Stato.
L’obiettivo è chiaro, palesato in più occasioni, ed il suo raggiungimento deve avvenire effettivamente entro il prossimo lustro. Il Regno Unito ha assunto un ruolo particolarmente determinante nell’ambito della produzione energetica derivante da fonti pulite, rinnovabili ed inesauribili. Anche gli investitori privati del paese del Re sono stati incentivati al collocamento dei propri fondi sui parchi eolici offshore, in modo da perseguire – proprio entro il 2030 – l’obiettivo di decarbonizzazione totale dell’isola, quadruplicando la capacità produttiva dei parchi eolici, in modo da poter tranquillamente rispondere alla crescente domanda di elettricità pulita e sostenibile, garantendo il corretto fabbisogno all’intera popolazione.
L’energia rinnovabile rappresenta una chiara priorità per il Regno Unito, che non a caso si sta facendo promotore di un numero di iniziative non indifferenti, al fine di consapevolizzare e responsabilizzare l’intera cittadinanza relativamente agli effetti negativi sortiti dallo sfruttamento dei combustibili fossili – che sono banalmente la primaria causa dietro ai cambiamenti climatici -, promuovendo, al contrario, un crescente sfruttamento di fonti che assicurino energia pulita, in modo da migliorare la qualità dell’ambiente che ci circonda e contribuendo a rendere il Mondo un posto energeticamente più sostenibile.